Un argomento particolarmente attuale riguarda la differenza tra casse normali e monitor da studio.

Spesso si sente parlare di questi prodotti senza avere ben chiara la loro funzione e soprattutto la loro utilità, addirittura confondendo la terminologia.

Se il significato di altoparlante tradizionale è ben inciso nella mente delle persone, definendolo come uno strumento che consente l’ascolto della musica a casa, in auto, o ad una festa, il concetto di monitor da studio non è spesso nemmeno considerato.

Ora è giunto il momento di fare chiarezza.

Le casse monitor da studio

monitor da studio

Se sapete cosa sono le normali casse, probabilmente non conoscete le casse monitor da studio.

La scelta di queste ultime non è immediata come quelle tradizionali, dato che hanno caratteristiche diverse.

Non si tratta di appoggiare sullo scaffale o per terra due altoparlanti qualsiasi, ma, al contrario, la scelta è molto tecnica e risponde a determinati obiettivi di ascolto.

Esistono sostanzialmente tre tipologie di casse monitor, a seconda del suono che ne dovrebbe uscire e delle dimensioni.

Lo scopo delle casse da studio è quello di trasmettere con estrema precisione i singoli suoni mixati, valutando l’effetto globale in termini di volumi e bilanciamento dei suoni registrati.

La principale differenza con le casse tradizionali riguarda la mera caratteristica tipica delle casse monitor da studio, ovvero l’emissione di un suono quanto più possibile lineare e neutrale.

Anche se all’orecchio umano, soprattutto le prime volte, possono destare perplessità, in realtà sono classificabili come casse che suonano meglio di tutte le altre, poichè restituiscono delle sonorità che sono quanto più simili alla reale traccia registrata, senza alterazioni e senza presenza di effetti.

Solitamente tutte le casse monitor sono di tipo attivo amplificato

Casse da Studio Near field:

Piccole e dedite all’ascolto ravvicinato, si posizionano solitamente anche sui tavoli accanto al computer.

La soluzione migliore prevede però l’utilizzo di appositi sostegni per un ascolto più pulito e preciso, privo di vibrazioni e disturbi.

L’installazione ideale è staccata dal muro di almeno 1 metro, in modo che vengano evitate eventuali risonanze che influenzerebbero le valutazioni.

Il consiglio è di installarne almeno due e porsi al centro equidistante dalle stesse, formando il classico triangolo equilatero.

Vengono impiegate sia in studi di piccole dimensioni che in quelli più grandi.

Inoltre presentano grande versatilità sia durante la produzione musicale che in fase di post produzione nel caso in cui si dovessero percepire imperfezioni.

Casse da Studio Mid field:

Leggermente più grandi rispetto alle precedenti e più contenute se confrontate con le successive, si presentano solitamente a tre vie per un ascolto ottimale ad una distanza di poco inferiore a 2 metri.

Hanno maggior potenza delle near ed è possibile utilizzarle proprio in abbinamento a queste ultime.

Main monitor:

Sono di grandi dimensioni, molto pesanti e servono per controllare l’intera gamma acustica delle frequenze, con leggera prevalenza dei bassi. Sono professionali e molto costose.

Non tutti possono permettersele ed è prerogativa solo di pochi studi di registrazione.

Le casse tradizionali

Le casse tradizionali sono quelle che tutti noi abbiamo in casa oppure in auto.

Le utilizziamo per ascoltare la musica ma la loro resa è dipendente da diversi fattori e l’ascolto di un brano in auto offre sensazioni diverse rispetto all’ascolto dello stesso pezzo in una taverna oppure in una stanza da letto.

Mentre con le casse tradizionali le differenze possono essere molto marcate, con le casse da studio queste dovrebbero risultare minimali, in quanto viene preferito un suono più piatto, quasi privo di calore e “colori”.

Le casse tradizionali sanno regalare buone sensazioni di ascolto che però vengono enfatizzate da effetti ambientali, elaborazioni e materiali (si pensi ai sistemi di Home Theatre, ad esempio, oppure alle modernissime soundbar (di cui trovate la nostra guida alla scelta a questo link) o ai sistemi dolby).

Le casse tradizionali, rispetto alle monitor, sono anche più facili da trovare e hanno un costo inferiore.

Anche dal punto di vista estetico gli altoparlanti classici di differenziano da quelli da studio.

Mentre questi ultimi sono previsti nel 99% dei casi per installazioni in studio, mettono la musica al primo posto e non devono rispettare altre determinate caratteristiche.

I primi, al contrario, vengono posizionati in diversi locali, come soggiorni, cucine, stanze.

Per questo devono essere consoni a linee stilistiche ben precise, ponendo l’attenzione non solo sulla musica, ma anche sull’estetica.

E’ sempre più usuale trovare casse in grado di attirare l’attenzione per le loro forme, per i loro profili e i loro colori, legno o simil legno.

Gli speaker tradizionali divengono veri e propri oggetti d’arredo, al contrario delle monitor.

Mediamente, la percentuale di tecnologia presente in una cassa audio non da studio, è superiore a quella contenuta nei modelli che vengono invece impiegati in sale di registrazione o negli studi di mixaggi.

Maggiore è la tecnologia intesa come possibilità di elaborazione suoni, maggiori saranno le possibilità di percepire un suono lontano dall’originale.

Tale principio è contrario alla definizione e allo scopo di casse monitor per studio.

Domande Frequenti :

Per meglio comprendere il mondo delle casse monitor da studio, diamo ora risposta alle domande più frequenti che molti utenti pongono prima dell’acquisto.

E’ possibile fare a meno delle casse monitor oppure queste sono davvero necessarie?

Se ricerchi la precisione e la perfezione dei suoni e hai uno studio di registrazione oppure una sala di incisione, allora ti conviene acquistare almeno due speaker monitor.

C’è che evita tale acquisto preferendo le cuffie, che tutto sommato svolgono il medesimo ruolo.

Con le casse si ha però una percezione differente e si rende meglio l’idea di ciò che poi l’ascoltatore potrà udire una volta prodotto il cd o il file musicale definitivo.

Esse hanno proprio lo scopo di portare alla produzione del mixaggio ottimale.

Le casse monitor offrono un ascolto più sincero e trasparente, più ancora delle cuffie.

Per funzionare, le casse da studio richiedono un amplificatore?

Tendenzialmente no, nel senso che di solito la maggior parte dei modelli monitor sono già amplificati e quindi di tipo attivo.

Tuttavia ci sono prodotti che prevedono comunque l’attacco dell’ampli, anche se è un accessorio superfluo, qui il miei consigli per abbinare al meglio un’amplificatore alle casse.

Come si sceglie il modello da studio giusto in base alle dimensioni del cono interno?

Cambiando il cono interno a seconda del modello, di conseguenza muta anche la dimensione dell’intero speaker e quindi della cassa.

In teoria con il cono più grande è possibile ottenere una miglior risposta alle basse frequenze, ampliando lo spettro acustico emesso.

Di contro, un cono maggiorato prevede un ingombro maggiore, un peso maggiore e un investimento più importante.

Una cassa più piccola, di tipo near, è spesso più che sufficiente, soprattutto se si opera in ambienti con spazi contenuti.

Oggi le near hanno un costo abbordabile e sanno dare buona risposta.

Esiste un numero ideale di casse monitor da studio?

Sinceramente no. Il consiglio è quello di acquistarne almeno una coppia, ma non è nemmeno un’imposizione.

Questo perché uno dei vantaggi delle casse monitor da studio è che puoi comporti il tuo setup da studio preferito.

Se vuoi una configurazione 5.1, ad esempio, devi prevedere un acquisto delle casse in numero dispari, in questo caso potrebbe interessarti il nostro articolo relativo alle casse da scaffale.

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