Se vuoi entrare nel mondo della fotografia, la prima cosa che dovrai comprendere sono i parametri di scatto: cosa sono, come si regolano e il modo in cui gestirli.
Se per guidare un’automobile devi padroneggiare acceleratore, freno, cambio, frizione e volante, in fotografia hai a che fare con ISO, diaframma, zoom, messa fuoco, esposizione e tempo di scatto (o tempo di esposizione).
Tra tutte le variabili, quest’ultima è forse la principale, quella che più di ogni altra ti offre l’azione più immediata per poter riprendere la scena con una corretta esposizione.
Chiariamo subito un principio che prima di ogni altra cosa deve essere chiaro, onde evitare confusione: esposizione e tempo di esposizione sono due concetti differenti.
Il secondo è espressione dell’unità di tempo espresso in secondi o frazioni di secondo, il primo è in valore privo di unità di misura che identifica la tendenza della foto ad essere chiara o scura (come fosse un bilanciamento della luminosità dell’immagine).
Il tempo di scatto (o tempo di esposizione)
Indice

Il tempo di scatto viene definito come quell’istante necessario per fare in modo che la corretta quantità di luce colpisca il sensore, con il fine di ottenere una fotografia bilanciata, senza eccessi di luminosità (sovra esposizione) o di ombra (sotto esposizione).
Più il tempo di scatto è lungo, maggiore saranno i fasci di luce che entreranno nella fotocamera.
Questo basta per suggerirti che in pieno giorno il tempo di esposizione è molto più breve rispetto alle condizioni serali, dove naturalmente vi è meno luce e per compensare è opportuno allungare il tempo di posa (altro modo per esprimere il tempo di scatto).
Se il tempo è eccessivo, nella fotocamera entrerà troppa luce e la fotografia tenderà ad essere biancastra: in questo caso si parla di sovra esposizione.
Se il tempo è troppo ridotto, nella fotocamera entrerà poca luce e la fotografia tenderà ad essere nera: in questo caso di parla di sotto esposizione.
Si definisce tempo di esposizione anche il periodo temporale durante il quale l’otturatore della fotocamera rimane aperto per consentire il passaggio della luce al suo interno affinchè non raggiunga il sensore.
Come gestire il tempo di esposizione
Il cambiamento del tempo di esposizione influenza in maniera diretta la modalità con la quale il movimento del soggetto ripreso viene riproposto nell’immagine finale.
Più il tempo di scatto è ridotto, più si ottiene un’immagine “bloccata” e statica, più il tempo di scatto è alto, più si ottiene un’immagine dinamica e “mossa”.
- Tempo scatto basso: entra meno luce nella fotocamera, ma si ha un’immagine statica e bloccata.
- Tempo scatto alto: entra più luce nella fotocamera, ma si ha un’immagine dinamica e mossa.
Logicamente è bene raggiungere un compromesso a seconda dell’effetto che si desidera ottenere nell’immagine finale.
Un tempo di scatto rapidissimo di 1/4000 (un quattromillesimo di secondo) congela l’immagine riprendendo ad esempio il passaggio di una vettura da corsa, oppure il gesto tecnico veloce di un atleta, bloccandone il movimento.
Un tempo di scatto più elevato, ad esempio di 1 secondo, genera un effetto movimento che si traduce nella presenza di scie nell’immagine definitiva, enfatizzando la dinamicità del soggetto e rendendo la fotografia più artistica.
Non devi però dimenticare che un tempo breve ti consente un’immagine statica, ma anche meno luminosa.
Quindi il compromesso va ricercato conoscendo come agisce e a cosa serve il diaframma.
Ci sono diverse tabelle che mettono in relazione il tempo di scatto e la lunghezza focale e una regola semplicistica generale suggerisce come sia razionale scegliere il tempo di esposizione più prossimo al valore della apertura focale.
Prendendo come base di riferimento una fotocamera reflex full frame (sensore grande e quindi ideale per scattare eccellenti fotografie), scattando con un obiettivo da 24 mm, il tempo di scatto più prossimo è di 1/30 di secondo.
Parimenti, disponendo di un teleobiettivo da 400 mm è possibile scegliere un tempo di scatto che varia da 1/400 a 1/500 di secondo in base alle possibilità a disposizione nella fotocamera (lo standard è 1/500).
Il giusto collante tra focale e tempo di scatto si chiama diaframma, un componente che nelle fotocamere riveste una funzione fondamentale che interessa il passaggio di luce.
La funzione del diaframma e il tempo di esposizione
Cosa fai al mattino per fare entrare luce nella tua camera da letto?
Apri la finestra, giusto?
Bene, giusto. Il diaframma presente nella macchina fotografica è come fosse la finestra della tua stanza.
Aprendolo, la luce ha modo di entrare nella camera: se lo apri tanto entrerà più luce, se lo apri poco entrerà meno luce.
Ora ipotizza che la luminosità sia quantitativamente misurabile e che deve entrare per forza una certa quantità di luce prefissata.
Hai due modi di agire: o apri molto il diaframma per un tempo breve oppure apri poco il diaframma per un tempo più lungo.
Questo tempo di cui stiamo scrivendo è proprio quello di posa o di esposizione.
Quindi per fare entrare luce nella tua fotocamera puoi agire direttamente sul diaframma oppure sul tempo di scatto.
Le aperture del diaframma dipendono dagli obiettivi, con una scala che va da f/1.8 a salire.
Più questo valore è basso più l’obiettivo è luminoso e dunque entra maggiore luce. Il valore f/1.8 corrisponde ad un’ampia apertura del diaframma, ma non è sempre detto che sia la soluzione migliore.
Il tempo di esposizione entra in gioco proprio in seguito a queste variazioni del diaframma.
Alla sera, ad esempio, l’obiettivo è quello di permettere alla fotocamera di incamerare più luce e quindi ben venga il diaframma aperto e un tempo di scatto allungato che potrebbe allungarsi ancor di più se scatti con un diaframma più chiuso (per gestire al meglio questa situazione ti servirà un treppiede).
Il tempo di scatto e il diaframma lavorano insieme per fare in modo di ottenere una immagine caratterizzata da una giusta luminosità ed esposizione.
Scattare in priorità di diaframma e in priorità dei tempi
Se non l’avessi ancora capito, diaframma e tempi di esposizione vanno a braccetto e la conferma è che moltissime fotocamere (ormai quasi tutte) danno la possibilità di scattare scegliendo di focalizzare la tua attenzione su di un parametro tra i due e lasciando che il software di controllo autoregoli l’altro.
Priorità di diaframma: selezionando questo programma tu scegli la profondità di campo che intendi avere, selezionando l’apertura di diaframma che preferisci in base alla ripresa che desideri effettuare.
Il tempo di scatto viene regolato automaticamente dal sistema di controllo della macchina fotografica, che sceglie la soluzione migliore per ottenere una corretta esposizione per scattare la “foto ideale”.
Priorità dei tempi: in questo caso sei tu a scegliere il tempo di esposizione lasciandolo fisso, mentre il sistema autoregola l’apertura del diaframma.
Scattare in questa modalità ti consente di decidere il tipo di immagine che vuoi ottenere: se vuoi bloccare la scena, ad esempio “congelando” atleta in movimento o una moto in corsa, hai modo di scegliere un tempo di scatto bassissimo, senza preoccuparti di dover impostare anche l’apertura del diaframma, rischiando una fotografia troppo scura.
Tempi di esposizione
I tempi di esposizione si possono classificare in brevissimi, brevi, lunghi, lunghissimi (o molto lunghi). Vediamo ora quando è consigliabile il loro utilizzo, prendendo come riferimento condizioni di scatto standard con una buona luminosità naturale in ambiente esterno.
Tempi brevissimi:
Un tempo di esposizione inferiore al millesimo di secondo (1/1000) viene considerato brevissimo.
L’impiego è consigliato in caso di riprese di eventi sportivi, animali in volo o in rapido movimento, bambini che giocano.
Difficilmente con tempi così rapidi scatterai foto mosse.
Tempi brevi:

Si parla di tempi brevi di scatto quando i tempi oscillano da 1/1000 fino a 1/30 di secondo.
Non bisogna farsi ingannare dal tempo anche se nella mente umana un tempo di 1/15 di secondo è brevissimo, in fotografia è già un valore al quale possono uscire fotografie mosse.
Semplificando il concetto, un tempo di scatto breve è un tempo al quale, scattando a mano libera, il problema del mosso viene minimizzato.
Solitamente questa situazione è quella che avviene nella maggior parte dei casi e rappresenta le condizioni normali di scatto.
Tempi lunghi:

Tempi a partire da 1/15 di secondo a salire sono considerati lunghi e il pericolo di scattare una fotografia mossa è frequente.
Meglio dunque servirsi di un monopiede o meglio di un treppiede per evitare di gettare al vento la pazienza dell’attesa dello scatto.
Fino a un minuto si parla di tempi lunghi.
In questo caso è possibile fotografare con creatività per imprimere maggiore dinamicità alle immagini, riprendendo il movimento che viene enfatizzato con la presenza di scie all’interno della foto.
In queste condizioni l’acqua che scorre in un fiume assume una consistenza setosa, così come le increspature del mare si cancellano a favore di un manto uniforme quasi vellutato, i fari delle auto alla sera creano pittoresche scie luminose e le persone che camminano assumono le sembianze di fantasmi.
Tempi lunghissimi:

Sono definiti tali i tempi superiori al minuto. In questo modo si accentuano ancor più gli effetti generati con i tempi lunghi, ma è divertente provare a fotografare il cielo oppure il mare, o ancora un paesaggio, con tempi di posa lunghissimi.
Ma attenzione all’apertura del diaframma perché se entra troppa luce la foto viene completamente bianca e quindi viene definita bruciata.
Vuoi provare a vincere una sfida oppure non sei convinto che la terra gira?
Fissa la fotocamera sul treppiede, punta e metti a fuoco una stella e dai uno scatto con un tempo superiore a 2 minuti, poi osserva attentamente la fotografia che ottieni.
A te le conclusioni in merito.
Ora non ti resta altro da fare che sperimentare.
Utilizza tempi di scatto differenti per vedere come cambiano i risultati fotografici prendendo come riferimento la stessa scena.
Vedrai immagini più o meno belle, più o meno fantasiose e sicuramente saranno apprezzate.
Se non sei un vero esperto, però, lascia l’incombenza di regolare l’apertura del diaframma alla tua fotocamera in automatico e tu concentrati sulla regolazione del tempo di esposizione.
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